Costante portava i suoi clienti a godere delle ineffabili gioie che dà il contatto diretto con la natura, su e giù per i monti di quello che oggi è il Parco Nazionale dello Stelvio.
Al ritorno dalle escursioni la moglie Maria faceva trovare, nelle tre camere della IV Cantoniera, originariamente riservate ai viandanti, il tradizionale minestrone d’orzo, i pizzoccheri , lo speck e il pane di segale fatto in casa.
Ecco così spiegato il successo come operatori turistici dei Sertorelli, che ancora oggi continuano l’attività con il medesimo impegno, serietà e passione.
Da guida alpina a “skiatore” il passo fu breve: pioniere nel senso più assoluto della parola, Costante Sertorelli può essere considerato un autentico precursore in fatto di sci.
Dopo la morte di Costante, avvenuta nel 1922, il primogenito Erminio ne prese il posto come Cantoniere, Guida Alpina e Maestro di Sci, aiutando la mamma a crescere i fratelli.
Questi, sull’onda della tradizione del padre, scriveranno pagine d’oro nella storia dello sci azzurro.
Erminio partecipò alle Olimpiadi di St. Moritz del 1928 e fu capitano azzurro e portabandiera alle Olimpiadi americane del 1932.
Stefano, invece, vinse la Medaglia d’Oro nella staffetta alle Olimpiadi del 1936 di Garmisch-Partenkirchen, prima medaglia d’oro italiana alle Olimpiadi invernali. Avendo raggiunto i massimi traguardi nello sci nordico,
Stefano si dedicò allo sci alpino vincendo titoli Italiani e gare internazionali e divenendo successivamente allenatore della Nazionale. Alternava l’agonismo all’insegnamento, affermando ed estendendo il prestigio della Scuola Sci Sertorelli che divenne ufficialmente “Scuola Nazionale” nel 1936.
Giacinto Sertorelli, detto Cinto, nato nel 1915, seguì le imprese dei fratelli e ben presto si affermò nelle gare giovanili. A questo punto entrò in scena il grande Maestro Austriaco, Cerviniese di adozione, l’allenatore della squadra azzurra Leo Gasperl. Medaglia d’argento ai campionati del mondo di Innsbruck nel 1936, riconquistò nuovamente la medaglia d’argento ai mondiali di Chamonix dietro al grandissimo atleta francese Emil Allais. Per la prima volta due latini si inserivano davanti agli squadroni di Austria, Svizzera e Germania. Nel 1936 su sedici gare internazionali ne vinse 12 e due volte arrivò secondo. Cinto – soprannominato dalla stampa dell’epoca «l’uomo dalle gambe d’acciaio» – il 26 gennaio 1938, durante la discesa libera di Garmisch-Partenkirchen, a causa della pista gravemente deteriorata, cadde e si schiantò contro un albero. Morì il mattino del 28 gennaio. Gli venne assegnata la medaglia d’oro al valore atletico e al funerale, tra la moltitudine di autorità, sportivi e Valligiani, partecipò anche il principe Umberto di Savoia suo Allievo. Se il colore dominante dei fratelli Sertorelli fu l’azzurro, per Pierino, il più giovane, fu il grigio-verde degli alpini. Dopo un avvio promettente la parentesi agonistica si chiuse rapidamente con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Al ritorno, tra mille difficoltà, Pierino riaprì il Rifugio Sertorelli e la scuola di sci, che fu considerata la migliore d’Europa anche dalla rivista americana Capitan.
Egidio, il primogenito della famiglia Sertorelli, era un discesista d’ottimo livello, quando purtroppo la specialità in Italia era gestita in modo artigianale, al confronto con i Francesi che guidavano una continua evoluzione e con gli Svizzeri e Austriaci che contavano su una grande tradizione...Egidio ha smesso abbastanza presto con l’agonismo diventando allenatore. Come trainer intraprende un percorso che lo porterà ai massimi livelli: dallo Sporting Club di Madonna di Campiglio, gradualmente fino alla Nazionale Italiana di discesa libera, la mitica “Valanga Azzurra”. In contemporanea è direttore della Scuola Sci Sertorelli che opera in inverno aBormio e d’estate allo Stelvio. A Bormio, sede delle gare del Grande Sci, Egidio è responsabile di tutta la parte tecnica delle varie gare di Coppa del Mondo che vedono tra l’altro il trionfo della conterranea Deborah Compagnoni.